mercoledì 30 gennaio 2013

Roma doula con te



Oggi ho avuto l'onore e il piacere di partecipare alla conferenza stampa per la presentazione di un progetto il cui slogan è "Roma doula con te", organizzato dall'associazione culturale Tùrbìne e finanziato dalla Commissione delle Elette di Roma Capitale.
Sono intervenute Martina Rinaldi, dell' associazione promotrice e doula, Monica Cirinnà, presidente della Commissione delle Elette Comune di Roma, Gemma Azuni, della medesima commissione, l'ostetrica Valeria Barchiesi, la sottoscritta me medesima, le doule Federica Salerni e Francesca Barcaccia.
In apertura, Martina Rinaldi ha letto una frase della psicanalista Sophie Marinopoulos, che è stata inserita nella brochure: " La maternità è fatta di sociale e di privato, di intimità e di condivisione, di silenzio e di annuncio (....) La maternità è un'iniziazione rituale al divenire genitori, è un luogo di passaggio che deve essere pensato e contenuto dalla nostra società, come fa una madre con il figlio".
In chiusura c'è stato l'immancabile dibattito sulle differenze o supposte sovrapposizioni tra la figura dell'ostetrica e quella della doula, splendidamente concluso da Monica Cirinnà, la quale ha parlato della necessità di fare rete immaginandosi come i pioli di una scala che invece di stare verticale sta a terra, orizzontale. Così i pioli non stanno uno più in alto e uno più in basso, ma sono tutti sullo stesso livello, in rapporto paritario.
Sono stata invitata a partecipare dal gruppo di donne traboccanti di vita, ridanciane, belle e intense che fanno parte della rete Mammadoula. Oggi erano eccitate, felici, e sprizzavano luce da tutti i pori.
In effetti, c'è di che andarne fiere: il progetto è molto bello, di nome e di fatto.
Di nome, perchè l'idea che Roma douli (voce del verbo doulare) mette in luce quell'aspetto matronale, opulento e caloroso della città, e che douli con me me la fa sentire vicina, amica, rassicurante.
Di fatto, perchè il progetto funzionerà così: per tre giorni un pulmino Volkswagen giallo con a bordo le doule di Mammadoula e alcune mamme testimoni, farà un tour della capitale sostando per alcune ore in diversi punti della città. Il furgone è camperizzato e accoglierà chi avrà voglia di fermarsi per capire cosa fanno le doule, scoprire una volta per tutte come si pronuncia, bere insieme una tisana, ricevere materiale informativo.
Bello no?
Si incomincia domani, amiche di Roma partecipate!!

Ecco gli appuntamenti:

giovedì 31 gennaio
ore 10 • 13 piazza Igea • piazza della Balduina
ore 14 • 17 Prati • piazza Cola di Rienzo
ore 18 • 21 Salario • piazza Fiume
venerdì 01 febbraio
ore 10 • 13 Fidene • piazza dei Vocazionisti
ore 14 • 17 Tiburtina • Stazione Tiburtina
ore 18 • 21 Pigneto • piazza del Pigneto
sabato 02 febbraio
ore 10 • 13 Monteverde • piazza San Giovanni di Dio
ore 14 • 17 Marconi • piazzale della Radio
ore 18 • 21 Trastevere • piazza Trilussa



venerdì 25 gennaio 2013

Le donne, l'arme e Massimo




L'esercito americano consentirà alle donne di combattere in prima linea.
E Massimo Gramellini commenta che non è questo che sognava dalla battaglia delle donne, vagheggiando un femminile forte ma con gentilezza, accogliente e protettivo.
Non sono d'accordo. Possiamo criticare l'esercito in generale, nella sua essenza, essere antimilitaristi, criticare l'uso delle armi e criticare le guerre, va bene. Anche se il discorso è sempre più complicato di quel che sembra,  visto che le armi vengono usate anche per nobili scopi, ad esempio per difendersi da chi le usa contro di te, pensiamo alla Resistenza, alle guerre di liberazione che sono state combattute o a quelle che oggi vorremmo che potessero essere combattute.
Ma dunque, cosa dovrebbero fare le donne che entrano nell'esercito? O quelle che entrano a far parte di un qualsiasi esercito di liberazione? Stare a stirare le divise dei soldati? Curarli quando vengono feriti? Trasportare documenti o armi nascosti sotto le gonne come facevano le staffette partigiane, che poi a guerra finita tutte in casa a far le casalinghe?
Certamente potranno fare anche questo, se gli va. Ma anche no, se gli va.
Già la frase "l'esercito americano consentirà alle donne di combattere in prima linea" la dice lunga su chi ha il potere di decidere cosa le donne possono o non possono fare.
Massimo Gramellini paragona le donne in prima linea al fenomeno del bullismo femminile nelle scuole.  Ma io direi che il paragone in questo caso è tra la soldatessa torturatrice di Abu Ghrabi e le bulle, che c'entrano le soldatesse?  Sono loro che abusano della loro forza fisica, del potere che hanno, della protezione del gruppo, mica le soldatesse in quanto tali.
Forse ci si potrebbe aspettare che come doula fossi favorevole a un femminile solo accogliente, gentile e buono, ma le donne sono tante cose diverse, anche quando sono madri, ed è bene che io non dimenticarlo mai.
Rimpiangendo le donne rassicuranti, Massimo Gramellini prosegue dicendo che "al cinema le Angeline e le Charlize hanno cominciato a menare come ossesse. Ve la immaginate Katharine Hepburn prendere Spencer Tracy a calci nella giugulare?". Sì Massimo, a dire la verità me l'immagino benissimo. Le donne con le armi in pugno ci sono da ben prima di Angelina Jolie, per esempio Diana l'arciera (dea della caccia e protettrice del parto), le Amazzoni, Giovanna d'Arco e Calamity Jane.


martedì 8 gennaio 2013

Stuzzichini

A chi ancora non si è fatto questo regalo, voglio stuzzicare l'appetito pubblicando qualche frammento....



Benvenuto tra noi
Pratiche e riflessioni intorno alla nascita e al parto.
Numero speciale della rivista “Gli asini”.
Acquistabile on line,oppure ordinandolo in libreria

pagina 7 Introduzione di Sara Honegger
(....) Occuparsi di nascita è occuparsi dell'inizio. Inizio di un nuovo tu, si potrebbe dire con Capitini, ma anche inizio di un nuovo noi: la nuova famiglia, qualunque sia l'accezione in cui s'intende questa parola così carica di ambiguidà ideologiche; le famiglie intorno; gli amici; i parenti più lontani; e via via il mondo, inclusi magari anche gli animali di casa.(....)