giovedì 24 aprile 2014

Storie di guerra

Il violinista verde - Marc Chagall


Ogni anno, quando si avvicina il 25 aprile, ci penso.

Una donna in pieno travaglio in tempo di guerra, in un paese dell'Appennino occupato dall'esercito tedesco, arriva a un posto di blocco. Lei ha un pancione enorme e le sue doglie sono evidenti, probabilmente ha paura. Il soldato tedesco è molto giovane, si emoziona di fronte a questa boccata di vita e decide di scortarla affinchè arrivi all'ospedale sicura e indisturbata. Ha con sè un violino e per tutto il tragitto accompagna il travaglio della donna suonando l'Ave Maria di Schubert.
E' nata una bambina, che da grande è diventata la mamma di un ragazzo che mi è molto caro, e ha sempre raccontato questa piccola e meravigliosa storia della sua nascita. Poi ha avuto un brutto incidente ed è morta prematuramente. Al funerale il figlio ha raccontato questo episodio sulla sua nascita, e ha scelto l'Ave Maria come colonna sonora del suo ultimo viaggio.

martedì 15 aprile 2014

Scambio di embrioni

Ibu Robin Lim & family

Scambio di embrioni in un ospedale romano. Forse sono coinvolte due coppie, forse invece sono coinvolte molte coppie. Panico, choc, angoscia, disperazione. Queste sono le parole che rimbalzano negli articoli che raccontano la vicenda.
Una fecondazione eterologa non per scelta: sembra fatto apposta, in questo momento. Invece sono state coinvolte persone inconsapevoli,  a causa di un errore umano o forse a causa di vera cialtroneria diffusa.
Capisco, capisco ognuna delle parole drammatiche che vengono usate per narrare la vicenda.  Eppure non riesco a non pensare a questa storia con un sorriso, non riesco a non pensare alle imprevedibili strade che prende la vita, agli sberleffi del destino, se vogliamo chiamarlo destino, a quanto l’inizio della vita possa essere davvero speciale, direi persino leggendario.


La scienza della genetica e le tecnologie biomediche  ogni giorno ci aprono conoscenze nuove e possibilità impensabili fino a pochi anni fa, e siamo molto lontani dal vecchio mater semper certa est, pater nunquam. La modernità ci costringe a ripensare il concetto di madre e di quello di padre, così come del resto ci costringe a ripensare al concetto di natura e di cultura.


I figli non ci appartengono, come non ci appartengono le persone che amiamo, ma certamente appartengono a noi tutti, come comunità.  Cogliamo questa vicenda come un’occasione per pensare, senza rimpiangere il passato e possibilmente non ascoltando cardinali oscurantisti e rasponi..... in fondo anche Giuseppe fu padre di un figlio non biologicamente suo. E che padre!