mercoledì 30 novembre 2016

Nascita senza violenza


Ieri ho scritto che Frédérick Leboyer lo aveva già detto nel 1974 meglio di chiunque altro.
Il suo Per una nascita senza violenza è stato e resta un evento epocale. Nessuno aveva mai avuto questo sguardo sulla creatura che viene alla luce, o almeno nessuno lo aveva mai saputo raccontare così al mondo. Gli dobbiamo molta gratitudine, e ne dobbiamo anche agli editori che lo hanno pubblicato.
Come fecero tanti in quegli anni, Frédérick andò in India, dove incontrò anche il guru Swami Prajnanpad. E come fecero tanti divenne un indiofilo, se così si può dire: si mise a fare yoga e a insegnarlo a quegli zucconi materialisti europei, tradusse i libri dei guru, ci insegnò l'arte di nutrire i piccoli con il massaggio, ci introdusse al Canto Carnatico in gravidanza. Probabilmente fumò anche dell'ottimo hashish.
Ispirò tante donne e tanti uomini, di sicuro ispirò Lorenzo Braibanti e forse anche Marsden Wagner.
Per una nascita senza violenza descrive una nascita rispettosa, corredata da commoventi fotografie, confrontandola con una nascita ospedaliera usuale, corredata da orripilanti fotografie.
Questa assenza di violenza prevede che il cordone ombelicale cessi di pulsare prima di essere tagliato; che dopo il parto il bambino sia adagiato sul ventre materno affinché continui a sentirne il calore ed il battito cardiaco; che bagnetto e procedure mediche siano ritardate; che le luci siano basse e i rumori ridotti al minimo. 

Scelsi anch'io, nel 1978, un ospedale che applicava il "metodo Leboyer" ma appunto applicava un metodo, in maniera asettica e senza alcun riguardo per i miei desideri, i miei bisogni e le mie manie. Scappai a gambe levate, ma questa è un'altra storia.
Leggo sul sito di Macrolibrarsi che Leboyer sostiene il diritto della madre a un “buon parto” e il diritto del bambino a una “buona nascita”. Il suo metodo offre prospettive di dolcezza e di gioia nel recupero del parto come momento di amore e non solo di efficientismo ospedaliero.
Ecco....no, con tutta la gratitudine per Leboyer, no caro Macrolibrarsi siamo seri. A Leboyer della madre non è mai importato granchè. La madre è tutta in funzione del figlio o della figlia, e anche in seguito, non solo al momento del parto. 
Lo sguardo severo di Frédérick è sempre stato decisamente misogino e moralista, a dirla tutta. Le sue parole sempre gonfie di paternalismo altezzoso e giudicante. Il patriarcato in  tutto il suo splendore.
Ma gli sono grata lo stesso, siamo esseri imperfetti.

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