venerdì 23 dicembre 2016

La fiera delle scemenze


I fatti sono questi: a Bologna, a distanza di pochi giorni a due mamme è stata negata la possibilità di allattare, una a Palazzo d'Accursio e l'altra a Palazzo Albergati dove è in corso la mostra di Frida Khalo. Per entrambe la motivazione è stata che non si possono introdurre cibi e bevande.
Ma cos'è, si passano la voce, si credono spiritosi o sono semplicemente cretini? 
La presidente di Arthemisia, la società che gestisce la mostra di Palazzo Albergati, si è scusata dicendo che la persona alla quale si è rivolta  quella mamma ha detto delle scemenze.
La fiera delle scemenze direi.
Ma non voglio stare a parlare delle istituzioni ottuse, o del personale che ci lavora. Posso solo dedurne che l'allattamento materno è una cosa distante e bizzarra, e che un seno che esce da una scollatura in lurex fa meno effetto di un seno che allatta. E su questo tema potremmo farci un convegno.

Preferisco invece parlare alle donne che allattano. In entrambi i casi pare ci sia stata da parte loro la richiesta "posso allattare su quel divanetto?" o forse "dove posso mettermi per allattare?". 
Ma perchè.....? C'è un divanetto? Mi siedo e allatto. Cosa c'è bisogno di chiedere? Il permesso.....?? Ma scherziamo?
Faccio un appello a tutte: non aspettate il Flashmob della SAM per allattare in uno spazio pubblico. Allattate quando volete e dove volete, non c'è niente da chiedere a nessuno. Se proprio vogliono cacciarvi dovranno chiamare la Polizia, e allora sì che i giornalisti avranno qualcosa di gustoso da scrivere. Ma non succederà, statene certe.
Se invece avete bisogno di uno spazio appartato, perchè non vi piace allattare in pubblico, chiedete uno spazio appartato e confortevole per allattare. Pretendetelo e minacciate di denunciare la cosa.
Ebbbbbbaaaasstaaaaaa....!!!

giovedì 1 dicembre 2016

Trasmissione culturale



Il modo in cui noi accogliamo i neonati, noi collettività intendo, è il primo atto con cui trasmettiamo la nostra cultura alle generazioni future. E' l’impronta natale che doniamo ai nostri bambini.
I primi anni di vita sono i più importanti, ormai lo sappiamo. Ma lo sappiamo tutti che le prime ore sono le più importanti del tempo importante? Nei reparti maternità degli ospedali lo sappiamo tutti? 
A me pare che siamo duri di testa e continuiamo a non capire. La foto postata due giorni da Giuditta mi ha spinto a radunare questa galleria fotografica, che a guardarla si riceve un pugno allo stomaco. Guardiamo questi volti e questi corpi come guarderemmo volti e corpi di adulti, e chiediamoci se ne sopporteremmo la vista con il sorriso indulgente che spesso si ha davanti ai neonati.

Sì lo so, sono la prima a riconoscerlo, negli ospedali ci sono tante ostetriche sensibili e accoglienti, tanti medici amabili, tanti chirurghi attenti, tante infermiere che sanno illuminare la stanza con un sorriso. 
Ma quante continuano a essere le nascite contrassegnate da violenza? Basterebbe andare a leggere le testimonianze raccolte durante la campagna Basta Tacere e ora dall'Osservatorio sulla violenza ostetrica in Italia. 
Dovrebbe essere diverso.
La delicatezza e la cura delle nostre mani, la comprensione della fatica che hanno fatto le nostre creature nella loro prima grande prova, la compassione per il loro pianto.
L'attenzione a soddisfare i loro bisogni primari, evitando pratiche fastidiose, inutili, molto spesso solo dannose.
Il profondo rispetto per il loro corpicino inerme e delicato.

Quando mamma e neonato hanno avuto i loro bisogni soddisfatti, quando mamma e neonato sono stati rispettati e accolti, il parto e la nascita (stesso evento visto dai due punti di vista dei protagonisti) sono un bell'inizio per tutto. Non deve essere una questione di fortuna. 
Questa è la trasmissione culturale a cui dovremmo aspirare tutti, collettivamente.